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Archivum Historiae Pontificiae Vol. 54

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10 - Andras Fejerdy - La pratica concordataria nell’Ostpolitik vaticana

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András Fejérdy

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La pratica concordataria nell’Ostpolitik vaticana

Summarium
Il saggio analizza la politica della Santa Sede nei confronti degli stati del blocco sovietico dove vivevano comunità ecclesiali cattoliche di rito latino piuttosto significative, relativamente ai due decenni corrispondenti ai pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI. Dopo aver presentato brevemente gli antefatti e le motivazioni dell’apertura della Santa Sede nei confronti dei regimi comunisti, il saggio esamina le caratteristiche formali ed i risultati degli accordi stipulati come frutto di queste trattative. Allo stesso tempo vengono messe in luce anche le connessioni tra i risultati stabiliti negli accordi e le questioni risolte in pratica senza un accordo stabilito per scritto. Si arriva alla conclusione che l’Ostpolitik vaticana continuò la tradizionale politica concordataria della Santa Sede in quanto aveva come movente e scopo principale il miglioramento della situazione delle chiese cattoliche locali venute a trovarsi in un ambiente ostile, volendo stabilire i risultati raggiunti preferibilmente in accordi internazionali. Mentre il risultato
più significativo delle trattative era che i governi comunisti in maniera implicita hanno riconosciuto la competenza di Roma negli affari interni della Chiesa, gli accordi ottenuti offrivano soluzioni di compromesso solo in campi parziali. Perciò essi avevano un valore solamente nella data situazione di politica ecclesiastica: con il cambiamento del regime politico hanno perduto la loro validità.

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Il saggio analizza la politica della Santa Sede nei confronti degli stati del blocco sovietico dove vivevano comunità ecclesiali cattoliche di rito latino piuttosto significative, relativamente ai due decenni corrispondenti ai pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI. Dopo aver presentato brevemente gli antefatti e le motivazioni dell’apertura della Santa Sede nei confronti dei regimi comunisti, il saggio esamina le caratteristiche formali ed i risultati degli accordi stipulati come frutto di queste trattative. Allo stesso tempo vengono messe in luce anche le connessioni tra i risultati stabiliti negli accordi e le questioni risolte in pratica senza un accordo stabilito per scritto. Si arriva alla conclusione che l’Ostpolitik vaticana continuò la tradizionale politica concordataria della Santa Sede in quanto aveva come movente e scopo principale il miglioramento della situazione delle chiese cattoliche locali venute a trovarsi in un ambiente ostile, volendo stabilire i risultati raggiunti preferibilmente in accordi internazionali. Mentre il risultato
più significativo delle trattative era che i governi comunisti in maniera implicita hanno riconosciuto la competenza di Roma negli affari interni della Chiesa, gli accordi ottenuti offrivano soluzioni di compromesso solo in campi parziali. Perciò essi avevano un valore solamente nella data situazione di politica ecclesiastica: con il cambiamento del regime politico hanno perduto la loro validità.

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